EZIANA BABBORE (Pescara,1973)
Scrivo del piccolo mondo che ci fa certezza
viva da molti anni,ma non ho mai dato visibilità
al mio tenace randagismo nell'esistere quotidiano.
Questa potrebbe essere una prima e preziosa
occasione.
La maturità classica mi ha iniziata all'assoluto
e scrivere è un modo di sfamarmi dalle sue
carni buie. E' la mancanza a farmi proposta
di vita, la mancanza come operosa incompiutezza,
la mancanza che non spreca ma accetta che
ogni cosa muoia nell'istante in cui diventa
perfetta. E' solo nella mancanza che agisco
e penso come fatto inevitabile, e scrivere
mi rende anche possibile come esperienza
per l'altro.
MEMENTO
Vengo a dirmi come senza parti vive,
ed è quasi pianto dove passo,
dentro lo scadere semplice che ci riposa
tutti.
Manco dal giorno e dall'amore divorato,
manco dal talento del tempo a farmi cosa
piena.
Oggi mi metto nel corpo lo stare vergine
di un solo istante,
ancora uno,incorrotto,
e parto via da ogni ascolto.
Oggi sto nel bene della mancanza e sento
la pace.
AUSCHWITZ
Sotto la pioggia,più in là degli alberi torti,
la luce s'aggiusta un poco e freme.
Uomini e donne vengono a durare fino al grido
che posso,
dove mi voglio anch'io senza ritorno,
io,breve nella cenere e pianto.
Ma succede nel vento che le storie spariscono,
e sembrano tutte non fatte,non date,contro
il nero alto che ci sperde tutti.
E' sempre morire quando si sta e non si accade,
è così sempre,
dentro ogni metà pesata al bene che non basta,
tra sfasci di corpi infittiti nello stremo,
come cose di me che non so ancora dire,
presa tra le costole e vinta.
LUNA DONNA |