Allegoria della Prudenza ‘95 Lo vedo: queste tue malizie strane I conigli, i leoni, le pantere, Nei tuoi quadri una festa repentina Che si snoda sul filo di un azzardo Ricomincio ‘01 Ricomincio |
Gabriella Di Trani
Nata a Parma, vivo a Roma, dove ho studiato all’Accademia di Belle Arti, specializzandomi in pittura. Inizio ad esporre nel ’79: un linguaggio visivo da "Luna Park" metropolitano (segnaletica stradale, pubblicità, fumetti), con allusioni metaforiche e implicazioni ironiche. Comincio anche a mostrare una serie di Libri di Legno scritti e dipinti, che diverranno poi un lungo racconto nel tempo e nello spazio. Sempre in quegli anni collaboro con una equipe di psichiatri, ad un percorso artistico all’interno dell’Osp.S.Maria della Pietà, per la cura dei malati mentali.Intanto insegno disegno e Storia dell’Arte ed illustro parti anatomiche su enciclopedie e testi di medicina. Nei primi anni ’80 , collaboro con il Teatro di Roma; creo scene e costumi e nel frattempo inserisco nel contesto artistico, installazioni che si collegano a performance e ad esposizioni pittoriche. Più avanti, col gruppo Donna Arte, esprimo una visione problematica ed ironica della situazione femminile attraverso incontri e mostre. Faccio parte di Studi Aperti e del Movimento Sinestetico. Lavoro soprattutto intorno alla contaminazione di segni e segnali attuali o provenienti da luoghi e tempi diversi. Attualmente sperimento anche, con l’applicazione di nuove tecnologie, una dimensione virtuale dell’immagine. Cerco di mettere in evidenza i contrasti, le discrepanze del nostro quotidiano vivere, entrare nelle cose, quel richiamo fantastico, ossessivo, seducente o ripugnante delle lotte tra poteri vistosi e ludici, le differenze, la donna e l’uomo, il tempo e l’assoluto, lungo un filo di teatralità giocosa dove non ho perso di vista l’indicazione della pop art che certo, qui, diviene "altro": sono segni, segnali, suoni, richiami, giochi di eroi da fumetto che attraversano il vivere amalgamandosi a ricordi, fregi, scritture antiche, frazioni di storia dell’arte, in un tempo che scorre come su un nastro, un tempo senza spessore, dove tutto è sempre qui ed ora. Mi piace riportare come identificazione quello che ha scritto di me Emilio Villa (Il Beato Creatore): " è un occhio che scava e fruga nei magazzini strapieni e sciatti di emblemi ingenui, aggrumante svago neofreudiano (junghiano, più), squarcio a revisione istintiva di un modello morbido di ambiente di repressività: fatto di amuleti, di strumenti abbandonati, di delusioni e allusioni alchemiche, di schemi standard, di allusioni genocide di assurdità e sordità culturali, deposte nel loro deposito; come in boutiques di folclori ripassati attraverso uno scompiglio ideologizzante.
Lavatoio Contumaciale Il Corpo come Scrittura – Roma
www.nmwa.org National Museum of Women in the Arts - Washington www.chronoroma.org/ditrani.htm
Passaggi ’02 – acrilico su legno |