MARINELLA LOMBARDI (Forlì, 1969). Vive e lavora a Bologna, dove è editor di libri di matematica, presso la casa editrice Zanichelli. Suona il pianoforte e divora libri di narrativa, poesia e storia. Lontano dagli impegni di lavoro, zaino in spalla (con libri e taccuini per scrivere) e via!, alla scoperta del mondo. Sue poesie sono presenti in varie raccolte antologiche. Per la narrativa, ha vinto il Premio Re-Mida sul Reciclaggio creativo dei rifiuti (Reggio Emilia, 2004), con il racconto La teoria RSU. Ha scritto la sceneggiatura del cortometraggio Piantastorie, finalista alla rassegna Visioni Ambientali di Officinema Bologna, 2003








Ho cominciato a scrivere poesie all'età di 8 anni. Un vizio che mi accompagna ininterrottamente, da allora. Con l'esercizio della parola sono a cresciuta e ho conosciuto il mondo. Scrivere è in qualche modo respirare. Perché la parola è musica, ritmo ed evocazione; frusta e ironia; ricordo e nostalgia. E tentativo per sopravvivere, anche quando ci si è smarriti.





L'istinto di una goccia in un campo di patate (Il Filo, 2007)




LA VITA E' ALTROVE…


La vita è altrove.
Fuori da mura
sgualcite
dal rumore
di numeri e grida.
Di voci aspirate
e sillabe secche.


La vita è altrove.
Lontano dal fragore,
dal boato del successo.
Di quanto accende,
perché di moda adesso
e su un'onda posticcia
cavalca la bocca
di questo e quello.


La vita è altrove.
Strisciante, assolata,
madida di parole.
Profumo senza odore.
Spicchio di luna,
riflesso in uno sguardo.
Sogno di color tenue.
Soffio senza traguardo.

25 giugno 2005







DOVE E' FINITO IL TEMPO…


Dove è finito
il tempo
con il suo quieto
scorrimento
di parole?

Un gesto,
un movimento insulso
e sillabe
secche,
ritorte
in mano
ritrovo.
E con tormento
muto,
di nuovo lo cerco…
il tempo perduto,
fra pieghe slabbrate
pensieri sgualciti,
sbadigli rubati.

E mal vissuto,
in un baleno
m'appare il tempo:
come un libro vociante,
un treno stipato,
un bacio furtivo.
E fremo,
ché questo più
non mi appartiene.

E se mi volgo,
nel silenzio,
riflesso senza forma,
qualcosa di me,
dismesso,
fa capolino.
Ma il presente
già incalza e freme:
àncora di salvezza,
corsa infinita,
fortezza che il tempo teme.

16 luglio 2005



LUNA DONNA