GRAZIELLA POLUZZI, autrice ironica. Compare
in varie Antologie, fra cui: 'L’amore e l’umore'
(Torino Pink Humour, Caus-Glenat,1993), 'Siamo
senza parole' (L.Tufani editrice, 1997),
'Così ridiamo' (L.Tufani, 1999), 'Ragazze
non fate versi' (Zona editrice,1999), 'Pink
Ink' (Zona editrice, 2003), 'L’albero degli
aforismi' (Lietocolle, 2004) e 'Nuove declinazioni'
(antologia di 13 aforisti, Edizioni Joker-
2005), altre: Joker e Torino in sintesi.
'Ti parlerò di me' (racconti Ediz.Nuove Scritture-Mi-
fine 2008)
Ultima raccolta poetica, ironica: 'Poesie
Fiabesche con Principi improbabili e Cenerentole
rivisitate' (Joker 2006) (ora online, gratuita
su: http://www.ebookitaliani.it/poesia/poesie-fiabesche).
Favola 'Via Lattea' edita online con Narcissus.me
(marzo 2013), avventurosa, v. riassunto e
scheda:
http://rossiorizzontidue.wordpress.com/2013/03/19/ce-una-bottiglia-in-mezzo-al-mare-con-una-fiaba-da-salvare/
Collabora alle riviste Cortocircuito (Joker),
a 'Odissea', dir. Angelo Gaccione, (Nuove
Scritture-MI), ora Odisseaweb, e altre.
Presente in 'Geografie Minime' – Antologia
di Aforisti (? 23), collana Athanor, Joker
editore, a cura di Sandro Montalto, 2015.
Raccolta di aforismi 'Sinapsi in strass'
- Eruzione di Aforismi in odore d’Ironia
- Zona ed. (Giugno 2014), è divisa per temi,
vedi: Rossi Orizzonti | …e navigando con
le vele tese io sempre cercherò ...
'POESIEFIABESCHE' raccolta ironica scaricabile
gratuitamente: www.ebookitaliani.it/poesia/poesie-fiabesche).
AFORISMI. 'Sinapsi in strass' rossi orizzonti
- un susseguirsi di lampi cerebrali http://rossiorizzontidue.wordpress.com/2014/06/01/un-susseguirsi-di-lampi-cerebrali/
e-mail: gpoluzz@women.it
www.women.it/umorismo
UN FUNERALE MOVIMENTATO
Sul sagrato della Chiesa era già radunata
una discreta folla: attendeva il feretro,
che era stato esposto nella Camera Mortuaria
dal pomeriggio precedente. Qualcuno chiacchierava
al telefonino, come succede ormai ovunque.
Qualcuno in età guardava sperduto in cerca
di volti conosciuti. Il chiacchiericcio era
diffuso tra gruppi di conoscenti. «Oramai
ci si vede solo ai funerali. Guarda quanta
gente c'è.» «Era molto adatto alle pubbliche
relazioni.» «Gente di Chiesa, vengono sempre
alla Messa di domenica e per le feste comandate.»
«Il senso della vita e della morte e chi
lo sa!? Ma per chi ha i propri acciacchi,
il senso del funerale, te lo dico io: per
un anziano è far vedere che ancora ci siamo.
Ci siamo. E non c'è niente da sorridere.»
«Settantanove anni, quale sarà l'età media
per i maschi?» «Come è invecchiata! Ma sarà
lei?» «Speriamo che non venga a piovere.
Non ho preso l'ombrello.» Arrivato il carro
funebre tutti si sistemarono all'interno
della Chiesa moderna e sobria, ma accogliente
con una sua eleganza ed erano stupende le
vetrate colorate. Fu allestita la cassa mortuaria
e sopra fu messo un bel cuscino di fiori
variopinti, una corona alla parete di fronte
al pubblico e qualche altro mazzo di fiori.
I parenti stretti si sistemarono in prima
fila. C'era anche una giovane donna in avanzato
stato di gravidanza, a ricordare la vita
con la sua forza creativa in quel giorno
dominato dalle ombre dell'ignoto più tenebroso.
Il parroco salì all'altare e diede inizio
alla cerimonia. Aveva preparato un bel discorso
di commemorazione. Una famiglia presente
e attiva in parrocchia, disposta ad aiutare
nella catechesi, un impiegato stimato e ben
voluto da tutti, accennò anche all'encomiabile
presenza nel consiglio comunale svolta nel
passato: era stato un politico onesto ed
era il caso di sottolinearlo in un momento
storico in cui di onestà in giro in generale
e dei politici in particolare, ce n'era assai
poca e se ne sentiva la mancanza, in un'Italia
che stava andando a catafascio anche per
quello. Lodò la moglie ora vedova, che l'aveva
assistito a casa con affetto per un lungo
periodo, senza mai lagnarsi, anche il defunto
aveva sopportato le tante tribolazioni con
pacata rassegnazione. Mentre parlava, una
vecchietta in seconda fila tra i parenti
stretti, fissava il proprio bastone e piangeva
sommessamente: stava contando tutti i propri
acciacchi e dubitava di essere la predestinata
del prossimo raduno di commiato in quella
Chiesa. I parenti la guardavano stupiti,
non aveva mai dimostrato grande affiatamento
col defunto, anzi tutt'altro, non sapevano
che pensare...Sollevava nell'aria un enigma.
Terminato il discorso, vennero i preparativi
per l'eucarestia. Un piccolo di quattro anni
abbastanza vispo e non abituato alle cerimonie
religiose, andò a curiosare presso l'altare,
rientrò subito al suo posto, finché furono
esposti l'ostia e il calice e allora il bimbo
chiese ad alta voce: «C'è la torta?» Fu subito
zittito. Finita l'eucarestia, ci fu il discorso
del figlio, ormai più che cinquantenne. Iniziò
a leggere, qualche piccola incrinatura della
voce a tratti, proseguì sulla stessa linea
dell'anziano parroco, nelle lodi all'uomo
pubblico, all'uomo sano, vigoroso, sportivo,
un padre presente e affettuoso, non si poteva
definire un santo, ma in fin dei conti anche
Sant'Agostino, aveva avuto un periodo giovanile
diciamo...un po' movimentato. Non si sa se
avesse chiesto l'assenso della madre, ma
lo definì un marito e padre esemplare, in
verità c'era stato qualche screzio mal sopportato
e una lunga serie di corna indigeste, ma
alla fin fine, conta il ruolo pubblico, il
privato resta chiuso entro le quattro mura
domestiche, si poteva e doveva dire che era
stato un modello per tutti. Si sa che le
bare sono piene di modelli di virtù, ma il
momento storico era difficile e si sentiva
la necessità di figure significative positive,
i fedeli si stavano commuovendo, si percepiva
nell'aria un vuoto di valori spaventoso e
si alzò una voce: «Chiediamo al Papa di farlo
santo! Andiamo a Roma con la salma! Santo!
Santo subito!» Forse anche la bella voce
della giovane e graziosa cantante su musica
appropriata, aveva contribuito ad intenerire
i cuori. Ci fu un attimo di smarrimento,
di sorpresa, di indecisione, il parroco riprese
in mano la situazione, invitò i fedeli a
sedersi e riuscì a concludere la cerimonia.
«Andate in pace, la Messa è finita. Ite,
missa est.» Ma a quel punto, la donna in
cinta nel muoversi, forse anche per le tante
emozioni, accusò un dolore e si sdraiò sulla
panca. La voce che poco prima aveva proposto
di proclamare santo il defunto, si alzò ancora
più decisa e imperiosa: «Questo è un chiaro
segno divino. Fratelli, avremo un
nuovo Bambinello, già pronto sta per venire
alla luce 'Unto' dall'alto dei cieli, un
nuovo Messia. Miracolo! Miracolo!» «E' vero,
manca un profeta che ci porti una buona novella,
dopo tante sciagure.» «Ci manca una terra
promessa.» Si era creata una calca attorno
alla gravida, volevano palparla, prenderle
le mani, toccarle i capelli, le braccia,
il ventre; il compagno si stava agitando,
non gli piaceva vedere 'smanazzare' la sua
donna in cinta: «Lasciatela respirare! State
lontani. Fermi!» «Sarà un parto eccezionale.»
Il compagno: «Grazie, ma ci basta che sia
un parto normale. Ci accontentiamo.» «Avete
chiamato l'ambulanza?» «Sarà maschio o femmina?»
«Veniamo anche noi in ospedale. Andiamo.»
«Che si fa?» «Andiamo tutti.» «Che cosa è
successo?» «Abbi fede! Abbiamo fede.» «Andiamo
dove? In ospedale? E perché? Tutto bene?»
«Habemus papam, anzi havremus.» «Vogliamo
vedere il nascituro, il nostro bambinello.»
«Sarà un grande Messia.» «Abbiamo una nuova
Madonna moderna tutta per noi.» Il parroco
dopo il primo stupore, poco propenso al nuovo,
cercò di riprendere in mano la situazione.
«Calma, non è successo niente di eccezionale,
arriverà subito l'ambulanza. Potete uscire,
andate in pace figlioli, andate e lasciate
lavorare i becchini che debbono caricare
la salma sul carro funebre.» I quattro ragazzi
delle Pompe Funebri si mossero velocemente
e riuscirono ad eseguire con perizia il compito
a loro affidato. I parenti dopo un giro vorticoso
di abbracci e condoglianze ricevute, qualche
errata congratulazione subito corretta, si
recarono alle loro macchine per accompagnare
il defunto al cimitero, dove il rito si sarebbe
concluso con la tragicità toccante dell'inumazione.
Molti si decisero a uscire e proseguire la
giornata normalmente, anche se incerti e
un po' scossi. Si sentivano vicine le sirene
dell'ambulanza.
Un gruppetto di persone determinate era rimasto,
intenzionato a seguire la partoriente al
reparto maternità, assieme al fanatico che
si ritenne nominato sul campo, capo e rettore
di un prossimo grande evento biblico: la
novella di un imminente Profeta da seguire,
bisognava solo lasciarlo crescere, seguirlo,
sostenerlo e infine venerarlo in un prossimo
futuro ricco di speranze.
Racconto di GRAZIELLA POLUZZI (tra reale
e surreale)
LUNA DONNA |