ALESSANDRA NASSUATO
Ho 34 anni, sono nata e risiedo a Treviso.
Mi sono diplomata a Milano e sono stata stilista
di moda e imprenditrice. Attualmente svolgo
la professione di assistente per anziani
e malati terminali. Sono inoltre madre di
3 figli, separata.
La scrittura è la mia bolla d'aria, luogo
incantato dove respiro a pieni polmoni, è
la mia vita parallela, è ciò che sono o che
vorrei essere, è il mio rifugio, il mio amante
migliore.
Ho un desiderio, esprimere la mia femminilità
creativa senza timore del giudizio altrui
e scrivere mi permette di farlo.
STO SUI PEDALI IMMOBILI DI CIPOLLINI
Sono un oggetto smarrito in labbra morbide
e sensuali.
Mi sono smarrita nei tuoi baci lenti e umidi
e nessuno viene più a reclamarmi. Non ho
un padrone che ricordi di avermi perso e
sto così, tra scaffali di memoria impolverati
di noia.
Sto sui pedali immobili di Cipollini in cerca
di un senso per la volata finale, sto sul
suo sudore di fatica vana a raggiungere un
obbiettivo che non mi invoglia più.
Ho un cartellino giallo appeso al collo con
un numero impresso: 0.
Attorno a me cose.
Dagli occhi insensati, tremanti di paura.
Qualcuno viene a pretendere ciò che è suo,
per lo più sono donne.
Io invece aspetto un uomo.
Che non ricordo più, che non riconoscerei
se non fosse per questo numero che mi pesa
addosso come un macigno al collo di un suicida.
Fa freddo qui dentro e c’è troppo silenzio
e non sento più le dita dei piedi, non potrei
camminare nemmeno se lo volessi.
Ma non voglio.
E nemmeno pedalare.
Se solo avessi ali mi librerei in volo ma
non ho nemmeno un misero aquilone da dirigere
dal basso del mio scaffale.
In tasca un foglio, un temperino e un mozzicone
di matita mangiucchiata. Disegno la tua bocca,
schiusa e calda e ci poggio sopra la mia.
E riprendo quel film interrotto che rappresenta
la mia vita, è l’immagine eterna di un incontro
di labbra.
Ne sento l’odore pulito e candido, ne provo
il gusto dolce e lieve, ne assaporo l’ebrezza.
Labbra lente che si toccano appena, vicine
a occhi socchiusi.
Labbra molli e pigre che indugiano a lungo
prima di combaciare in un incastro perfetto.
Labbra accoglienti.
Ma il disegno scompare sotto la pressione
della mia lingua e di fogli non ne ho più.
Ho solo spazio bianco e accecante nella mia
testa, spazio illimitato su cui dipingere
lo scambio di saliva tra due ciclisti inerti.
E non ho colori per questo quadro né pennelli,
non ho setole abbastanza sottili per miniare
un sentimento tanto evanescente.
Resta il bianco della tela a fare da colonna
sonora a questa nostalgia di glorie passate,
resta un flashback attorno al quale la squadra
freccia portando al podio un nuovo eroe.
Non so perché mi sono smarrita.
Non so perché sono nata.
Non so perché non ho voglia di brindare ad
un successo che non mi da più emozioni.
Nessuno mi spolvera.
E invecchio sotto il peso dei ricordi.
Nessuno mi ama.
E muoio sotto il peso del nulla.
Muoio.
LUNA PIENA |