STEFANIA PAGANO: Sono una insegnante di scuola media inferiore
e ho 45 anni. Scrivo perchè mi piace inventarmi
esperienze e scoprire attraverso la scrittura
i miei lati più profondi. Ho partecipato
a corsi di scrittura creativa e spesso propongo
ai miei allievi la stessa esperienza. Ho
ricevuto un diploma di merito al concorso
Victor Hugo con medaglia per un racconto.
MENO
Uscì dallo studio sbalordita. In che modo
glielo aveva detto, con quale superficialità.
Quando aveva preso l'appuntamento, immaginava
che dopo una cura avrebbe potuto liberarsi
del fastidio dell'assorbente e dell'eritema
che era comparso.
Aveva quaranta anni, ma non se li sentiva.
Tre mesi di mestruazioni... non avrebbe mai
pensato che la soluzione sarebbe stata quella:
"Isterectomia", e dietro quella
diagnosi riconobbe un atto di potere da parte
del medico.
Si ritrovò nel traffico delle diciassette
senza sapere come. Non ricordava il tragitto
fatto dallo studio all'auto, presa dal ricordo
della conversazione avuta.
"Capita" le aveva detto il ginecologo
"alla sua età è frequente. Ma stia tranquilla,
sono talmente tante le donne che si sottopongono
all'isterectomia che ormai è diventato un
intervento semplice come togliere un'appendice".
E lei intanto pensava che essere privata
dell'utero e delle ovaie era qualcosa di
diverso da una semplice asportazione dell'appendice.
Non seppe reagire di fronte ad un giudice
che la stava condannando senza processo e
le andava elencando gli innumerevoli disagi
che la menopausa le avrebbe comportato.
Era stato un colpo troppo grande. Adesso
avrebbe dovuto fare i conti con la menopausa.
MENO pausa.
Aveva letto qualcosa in proposito soprattutto
sul termine. Chi scriveva affermava che non
c'era niente di privativo in questo periodo,
ma di significativamente diverso, una nuova
condizione. Avrebbe dovuto affrontarla, accettarla,
rassegnarsi ai suoi umori e questo significava
stare... all'erta, essere... all'altezza,
essere... forti. E lei non si sentiva più
forte.
Aveva cercato di raggiungere la perfezione,
aveva fatto a meno di delegare e adesso sentiva
le proprie forze venirle meno e aveva bisogno
di qualcuno che si occupasse di lei. Qualcuno
che la coccolasse, che si assumesse le responsabilità
al suo posto. Almeno per un po'!
Iniziava a piovere. Il mare era diventato
scuro e gonfio, all'orizzonte le isole del
golfo avevano i contorni nitidi e sembrava
quasi di poterle afferrare allungando un
braccio.
Si carezzò la pancia mentre si avvicinava
allo svincolo della tangenziale. Quasi senza
rendersene conto prese la direzione del mare.
Scendeva una pioggia leggera e dritta. L'aria
non era fredda e la spiaggia con la pioggia
la rasserenava.
Un malessere sordo di tanto in tanto le faceva
contrarre i muscoli dello stomaco. Di nuovo
la carezza sulla pancia quasi ad assicurarsi
di essere ancora integra, ma ancora per qualche
settimana poi definitivamente MENOmata.
Ecco l'aveva detta la parola. Non era come
togliere le tonsille, l'appendice o la tiroide.
Non era lo stesso. Quell'intervento le avrebbe
cambiato in toto la vita.
Cambiata la vita. In che modo? Quali le ripercussioni
sulla sua psiche già provata da scelte dovute
e non sempre felici?
Con questi pensieri era arrivata sul lungomare,
sul quale si affacciavano i lidi, aperti
tutto l'anno.
Parcheggiò l'auto sulla strada. La pioggia
era cessata e c'era un buon profumo di salsedine.
Isterectomia. Parola che rievocava l'isteria,
malattia anche questa tutta femminile. Si
accese una sigaretta e aspirò con rabbia
in contemporanea al pensiero di quella parola
dal suono così poco rassicurante.
La fiducia è un atto di intelligenza le aveva
detto un amico. Ma a lei sembrava molto più
un atto di coraggio. Anche se il ginecologo
aveva curato il suo corpo di adolescente,
aveva seguito le sue due gravidanze e di
lui si era fidata ciecamente sempre... fino
a quando non le aveva sputato quella sentenza
senza umanità, come un tecnico alle prese
con una macchina che non va più bene. Si
asporta, si elimina. E' così. Ma lei non
era un automa. Lo aveva dimenticato il medico?
La troppa competenza lo aveva reso un esperto
insensibile? Capita, ma non credeva che sarebbe
capitato a uno che le spiegava sempre tutto
quanto faceva e il perché, durante ogni visita.
Quel dottore che le disegnava modelli stilizzati
degli organi riproduttivi e le spiegava le
funzioni.
Non era più un'adolescente, ma questa di
fronte alla quale si trovava adesso era una
esperienza nuova, al pari dei primi rapporti
sessuali e della prima gravidanza.
Si sentì come un cencio da rammendare ancora
per un po', e poi sarebbe stato inutile anche
quello.
Si incamminò lungo la battigia. La sabbia
si infilava nelle scarpe ma non le dava fastidio:
era sentire che era viva, che c'era. In lontananza,
le note di una canzone di Elton John. Ancora
una strizzata allo stomaco: antichi ricordi
di un tempo che non sarebbe stato più. Ecco
un altro segreto emerso: aveva atteso, aveva
atteso e sapeva che c'era il tempo di attendere,
ma adesso quel tempo dell'attesa stava scadendo.
Solo qualche settimana e tutto sarebbe mutato.
"NON VOGLIO.... NON VOGLIO" sentì
il suo urlo contro l'orizzonte. La sua voce
dentro il mare. Quel grande utero pieno di
vita.
"Perché hai tanta paura della menopausa?"
le aveva chiesto il marito.
"Perché non so se saprò sopportarne
i disturbi. E i farmaci possono aiutarti,
ma solo in parte, una minima parte"
E scoppiò in un pianto imprevisto.
Di fronte al mare e alla fragranza della
debole brezza pianse ancora e non si vergognò
della debolezza di quell'espressione che
credeva fosse un sintomo di vigliaccheria.
Di fronte alle increspature di quella distesa
liquida si accocolò sulla sabbia e in posizione
fetale si abbracciò: per la prima volta si
accettò interamente, compiutamente.
Quella sera al rientro il marito le mise
un piccolo involto sul tavolo della cucina
. Lo scartò e scoprì delle erbe essiccate
e un biglietto con poche parole: Ce la farai,
devi credere in te e... anche in me!
Si era documentato, aveva fatto delle ricerche
mentre lei si raggomitolava nel suo vittimismo.
Si abbracciarono con un desiderio rinnovato,
uno slancio che la quotidianeità aveva messo
in un cantuccio e che la MENOpausa aveva
fatto riemergere come la bassa marea fa riaffiorare
la base di uno scoglio.
Quiete e tranquillità la scortarono in ospedale
e grande fu la sorpresa quando il medico
nel farle un ultimo controllo rivelò che
le ovaie erano funzionanti. La Menopausa,
almeno per il momento era ancora lontana
da venire. Aveva appena quaranta anni e il
suo spirito aveva raggiunto la libertà.
LUNA DONNA |